Stili a confronti

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Veleno BOYS '01
view post Posted on 14/7/2007, 14:27




CASUAL ULTRAS STYLE

In generale è possibile ricondurre le tifoserie europee, per stile ed attitudine, a due grandi modelli di riferimento: da un lato il modello "latino-ultras" e dall’altro quello "britannico-casual" ma mentre i connotati del primo sono a noi ben noti (striscioni con nomi dei gruppi e spirito di appartenenza ad essi, tesseramento, coregografie, megafoni, vendita materiale ecc), quelli del secondo invece sono più oscuri e non molto facilmente identificabili. Lo stile casual è nato in Inghilterra verso la fine degli anni ’70 e si è caratterizzato essenzialmente per il tentativo dei tifosi più accesi di sviare i controlli polizieschi sempre più meticolosi adottando tratti estetici ed organizzativi meno individuabili con una generale tendenza delle contemporanee crew inglesi (i gruppi più caldi e violenti) a mimetizzarsi all’interno ed esterno degli stadi non indossando simboli della squadra di club, non più viaggiando in treni o trasferte organizzate, pianificando eventuali scontri tra rivali via telefono e in luoghi imprevisti alle forze dell’ordine, mentre il tifo appare essere più spontaneo ed estempoaneo senza dei veri e propri leader e trascinatori come avviene normalmente da noi. Un modo di vivere la curva senz’altro meno colorato e fantasioso anche se molto affascinante e ammirevole per attaccammento alla squadra davvero orgoglioso ed incondizionato. Pur non eguagliandolo, già da tempo in Italia alcune tifoserie hanno provato ad ispirarsi a questo diverso modello dando una svolta al loro apparato organizzativo e cambiando il loro modo di agire anche e soprattutto in risposta alla sempre più dura linea repressiva delle forze di polizia decise a stroncare o scoraggiare il più possibile le iniziative e gli spostamenti dei gruppi ultras (diffide comminate con estrema facilità e divieto di vendita dei biglietti ai tifosi ospiti nel giorno della partita vanno letti in tal senso); la scelta di non identificarsi in nessun gruppo, di muoversi in poche persone magari con mezzi propri eludendo controlli e scorte, non ostentare striscioni e simboli della squadra anche prendendo posto in settori dello stadio condivisi da tifosi pacifici e di fede opposta, sarà alla lunga l’evoluzione della situazione attuale? I gruppi ultras come li abbiamo conosciuti finora avranno ancora motivo e possiblità di esistere? Arriveremo anche noi a stadi dove tutti sono seduti e si vive la partita come al cinema? Tanti quesiti e dubbi interessanti ma è poi questa la soluzione e soprattutto sono questi i veri problemi del football??! La disastrosa condizione attuale del sistema calcio italiano, dilaniato da interessi e malaffari di ogni tipo, dovrebbe piuttosto spingere a chiederci se si potrà ancora parlare di questo sport in futuro anche se viene facile concludere che il giocattolo è ormai socialmente troppo importante e comodo ai potenti ed a migliaia di persone che ci speculano, perchè possa scomparire…
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 29/8/2007, 12:17




...un pò di "continuo" sul movimento casual...

Il movimento casual è una sottocultura che nasce all'inizio degli anni '80 nel Regno Unito. La genesi del movimento và ricercata nelle terrace, ovvero le gradinate degli stadi inglesi, frequentate da gruppi di ragazzi facinorosi (hooligan) che cercavano il contatto con gli avversari e con la polizia: questi gruppi erano formati in prevalenza da skinhead e Hard Mod. A causa dell'appariscenza del vestiario skinhead però, questi gruppi venivano sempre più facilmente localizzati dalla polizia e quindi repressi. Nacque così l'esigenza di adottare un look che avesse un basso profilo e non presentasse nessun riferimento alla propria squadra, in modo da facilitare il tentativo di non esser notati nella folla dei tifosi pacifici e differenziarsi dagli hooligan.

Prima ondata

Il movimento secondo la maggioranza degli osservatori prese il via nel nord dell'Inghilterra e precisamente a Liverpool (ma non solo, si veda ad esempio i Perry boys di Manchester). La prova più evidente consta nella grande influenza che gli scouser (il soprannome dato agli abitanti di Liverpool) ebbero nel look dei primi casual: Fila, Sergio Tacchini, Ellesse, Lacoste, tutte marche che i tifosi del Liverpool portarono in patria dalle loro frequenti trasferte in Italia e Francia. Intanto il fenomeno casual da semplice modo di vestire diventò una vera e propria sottocultura, dominata da due elementi principali: il vestirsi in stile e l'azione allo stadio (chiaramente vi erano anche altri elementi, come l'abuso eccessivo di alcool e l'ascolto di musica skinhead). Proprio riguardo l'abbigliamento, una caratteristica che il casual ereditò dal movimento mod fu quella di cambiare sempre etichette, pur rimanendo chiaramente all'interno dello stile: nel corso degli anni si sono avvicendate decine di marche preferite, anche se nell'immaginario collettivo la sottocultura casual rimane legata al "quadrettato" della Burberry e dell'Aquascutum e ai capi della Stone Island e C.P. Company. La prima ondata casual si esaurì alla fine degli anni'80, con l'avvento della rave scene e dello sballo causato dall'ecstasy.

Ondate successive

La seconda ondata casual iniziò nei primi anni '90 diffondendosi in tutta Europa, in nazioni come Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania (anche se in quest'ultimo paese si diffuse maggiormanete lo stile hooligan, che differisce dal casual soprattutto per la scarsissima importanza data al vestire). La terza ondata casual partì sul finire degli anni '90 e andò a prendere piede in quei paesi del sud Europa fino ad allora interessati solo dal fenomeno ultras (salvo rare eccezioni, come ad esempio la tifoseria dell'Hellas Verona): Italia, Spagna, Grecia, Serbia e Croazia. Ad oggi in questi ultimi paesi si assiste a uno strano connubio tra le sottoculture ultras e casual: molti gruppi pur mantenendo gli striscioni, uno dei simboli del movimento ultras, adottano un look e un modo di agire propriamente casual, come evitare la scorta e usare i mezzi propri per recarsi in trasferta.

Casual in Italia

Il casual si diffuse nelle curve italiane a cavallo tra la fine degli anni '90 e gli inizi del nuovo millennio (a parte la già citata eccezione riguardante la tifoseria veronese che si può inquadrare nella seconda ondata casual). I principali centri di sviluppo furono ovviamente le grandi città, Roma e Milano in testa, seguite da Genova e Torino e dall'area del Triveneto. Ultimamente il fenomeno casual è dilagato in tutta la realtà calcistica italiana, e gruppi d'ispirazione casual si possono trovare in tutta la penisola e nelle isole.

http://it.wikipedia.org/wiki/Casual
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 31/8/2007, 16:28




STILE MOD

Lo stile Mod o, per usare il nome intero modernismo, è uno stile di vita basato sulla moda e la musica che si sviluppò a Londra, nei tardi anni Cinquanta e raggiunse il suo apice alla fine del decennio successivo, ma è diffuso e attivo anche ai giorni nostri. Il termine è nato per definire i fan del modern jazz. Le persone che seguono questo stile di vita sono conosciute come mod, e i primi esponenti abitavano principalmente nel sud dell'Inghilterra.
Il logo del movimento mod era un bersaglio stilizzato, basato sul simbolo della Royal Air Force. Il logo identificativo del movimento mod è il simbolo della Royal Air Force (l'aeronautica militare britannica), spesso presente sui giacconi parka che i mod indossano per circolare su Vespa e Lambretta.

Storia

I mod sono ossessionati dagli abiti e dalla musica, principalmente da quella nera americana come Jazz, R&B, Soul, Ska giamaicano, Bluebeat e, in seguito, dopo il 1979 (anno in cui dopo il primo album dei Jam ed il film degli Who: Quadrophenia, inizia il revival) con bands quali: Lambrettas, Merton Parkas, Purple Hearts, Small World e Small Hours, che copiarono i pochi e selezionati gruppi di Beat e R&Blues bianco britannici come The Rolling Stones, The Small Faces, The Kinks, The Spencer Davis Group, The Who, The Action, the Birds( quelli Inglesi) e The Creation. Questi ultimi pero', utilizzarono un suono più consono al periodo che stavano vivendo, che era quello del post punk, quindi la musica che facevano aveva più un accenno al powerpop/punk, che al british beat. Uno degli ultimi gruppi Mod sono gli Oasis che collaborano spesso con Paul Weller e con gli Who.
I mod sono soliti ritrovarsi nei club notturni per ballare e mettere in mostra i loro abiti. Usano come mezzo di trasporto scooter tipicamente italiani come la Lambretta o la Vespa. Questi scooter vengono spesso adornati con molte luci e specchietti supplementari per richiamare l'attenzione.
Durante la seconda metà degli anni 60, sotto l'influenza degli Hippie, il movimento cominciò a spaccarsi in categorie, una tra queste gli Hard Mod forse quelli che si distaccarono di più dalla subcultura originale e che saranno riconosciuti come i primi Skinhead.
I mod si scontrarono spesso con altri movimenti giovanili, primi fra tutti i rocker, e più tardi i punk (il gruppo punk Exploited scrisse anche una canzone al riguardo contro i mod intitolata Fuck The Mods), degenerando in vere e proprie battaglie tra le differenti fazioni rivali nelle strade cittadine, come accadde sul lungomare di Brighton e quello di Margate. Questi eventi misero in discussione la "modern youth" (gioventù mod) in Inghilterra alla fine degli anni 60. Il film Quadrophenia (1979), basato sull'album Quadrophenia degli The Who (1973), celebrò il movimento mod.

Mod revival

In parte anche grazie al successo di questo il movimento mod godette di un discreto revival durante i tardi anni Settanta. Molti di questi nuovi mod erano fan di band come The Jam, The Chords, The Purple Hearts, The Merton Parkas, Secret Affair, The Lambrettas, e di gruppi 2 Tone Ska come The Specials, The Beat, The Selecter, e Madness.
La band The Jam fu pesantemente influenzata musicalmente e stilisticamente dalla mod culture e anche molti recenti musicisti come Ocean Colour Scene hanno spesso collaborato con Paul Weller, e The Ordinary Boys.

I mod in Italia

Nel 1979 in Inghilterra scoppia il fenomeno del revival mod e in Italia cominciano ad apparire i primi modernisti. Nella primavera del 1980 il film "Quadrophenia" esce nei cinema italiani, a Roma cominciano a formarsi i vari gruppi di quartiere. Nel 1981 parecchie presenze mod in tutta Italia grazie anche all'imperversare della moda ska, sempre nella primavera dell'81 alcuni mod di Roma si incontrano a Viareggio con un'altra dozzina di mod italiani (principalmente di Milano) e decidono di organizzare un raduno per la Pasqua dell'anno successivo. Nel dicembre del 1983 si tenne il raduno noto come "Mod Alldayer" in un locale della capitale, in cui suonano gli Halfbeat di Roma, i Lager di Cosenza, gli inglesi Small World, gli spagnoli Brighton 64 e i romani Underground Arrows e la presenza del DJ Eddie Piller. Verso la fine dell'anno, gli Underground Arrows suonano in Inghilterra (primo gruppo mod italiano con i Four By Art di Milano), esibendosi a Londra con due concerti. Il primo come spalla al gruppo inglese Fast Eddie all'Ilford Palais, il secondo in un pub come headliner. Negli anni successivi i raduni si svolgono a Rimini e Savona. Attualmente, le maggiori presenze mod sono a Torino, Milano, Roma, Rimini, Genova, Catanzaro, Mestre ed Arezzo, dove continuano ad organizzarsi feste e raduni nazionali ed internazionali in collegamento con le varie scene mod europee. I complessi Mod più affemati sono gli Statuto (Torino), Minivip (Novara), Coleridge (Pordenone), Made (La Spezia) e gli Smodati (Milano), che dopo un singolo ed un cd all'attivo, si sono sciolti dopo la morte del batterista. Ultimamente si sono riformati, ma sono più una bootboy band.
La presenza mod, dagli anni 80 ad oggi, è attestata anche nelle curve degli stadi a fianco degli ultras a titolo strettamente personale poiché non vi è nessun legame ufficiale tra i due movimenti. Dei tanti striscioni recanti la dicitura "Mods" apparsi nelle curve, alcuni appartengono a frequentatori della scena modernista (Granata Mods del Torino), altri a gruppi di giovani che in un primo tempo erano modernisti per poi successivamente perdere i legami col movimento, altri addirittura a personaggi semplicemente ispirati dal nome.

http://it.wikipedia.org/wiki/Mod



Lo stile mod nasce sul finire degli anni Cinquanta a Londra, quando giovani ragazzi e ragazze cominciarono a usare questo termine per descrivere la loro scena. La parola è una abbreviazione di modernists, ovvero i fan del modern jazz, che nei primi anni Cinquanta avevano sviluppato uno stile nel vestire sobrio, raramente sgargiante e fortemente elegante fino all'ultimo dettaglio, ispirato all'Ivy League look, ovvero al modo di vestire nelle più prestigiose università americane: camicie botton-down, giacche tre bottoni con revere stretti, pantaloni senza pences, cravattini fini, mocassini o brogues. I mods presero ispirazione da questo look e ci misero del loro prendendo influenze da tutto ciò che arrivava di nuovo dal continente Europeo (soprattutto dall'Italia e dalla Francia, in quel periodo all'avanguardia nella moda): polo, maglie, scarpe, scooters, tagli di capelli erano tutti mezzi per creare il cosiddetto "total look", ovvero un'immagine nel complesso coerente ed elegante, del tutto distinta al modo di vestire della massa omologata, ma non per questo sgargiante o di cattivo gusto. Il tentativo di differenziarsi dagli altri era continuo e come conseguenza, il look dei mods era in continua evoluzione. Seguendo il paradigma "Adopt, Adapt, Improve" ("Adotta, Adatta, Migliora") i mods prendevano spunto dai diversi input che la società consumistica del periodo, in pieno boom, gli offriva e li facevano propri reinterpretandoli in modo personale senza mai essere troppo influenzati da mode effimere, ma al contrario creandole. I capi d'abbigliamento cambiavano in maniera vertigionosa, mantenendo comunque sempre un ottica minimalista: indumenti funzionali all'uso (ad esempio il parka usato esclusivamente per proteggersi dall'intemperie nel viaggiare in scooter) e colori poco sgargianti. Cosa era "in" un giorno, poteva essere "out" la settimana successiva.
La filosofia mod era proprio questo: prendere il meglio che la società offriva, non per seguire passivamente una moda, ma per puntare alla continua ricerca di una perfezione estetica (ma non solo estetica, anche comportamentale) individuale. Il fenomeno mod nacque subito come stile elitario, solo coloro che avevano la costanza e la voglia di mantenere uno stile impeccabile erano accettati nel ristretto mondo underground dei mods, costituito da un circuito di locali (dove si ascoltava un certo tipo di musica non ancora commerciale: jazz, soul, R&B e ska jamaicano) sconosciuto ai più. Non era una questione di chi aveva più soldi, ma di chi maggiormente possedeva doti come originalità, gusto e inventiva.
Il fenomeno mod fu trasversale alla società londinese, tradizionalmente molto chiusa tra le diverse classi sociali: essendo una questione di stile, esponenti della working class non avevano niente da invidiare ai loro corrispettivi dell'upper class ed il rispetto degli altri mods si acquisiva indipendentemente dal proprio conto in banca. La musica era un aspetto fondamentale per ogni mod e solo chi aveva la voglia e il gusto di ricercare la musica più oscura era degno di far parte dei questa setta.
Quando verso il 1964 i media scoprirono questo fenomeno sotterraneo, il fenomeno perse molte delle sue caratteristiche fondamentali, soprattutto la sua qualità di fenomeno elitario. Tantissimi adolescenti cominciarono a definirsi mod, ma la massa determinò la conseguente morte di questo fenomeno. I mods divennero un fenomeno nazionale con programmi televisivi (Ready Steady Go), gruppi musicali mod (Who, Small Faces, Action) e soprattutto con gli scontri nelle località marittime contro i rockers, considerati da questi giovani mods diversi e troppo lontani da quell'ideale di stile (estetico e comportamentale) a cui loro tendevano. Con i mods divenuti un fenomeno "mediatico" da baraccone, gli ispiratori originali dello stile smisero di appellarsi mods, e preferirono definirsi "stylists", per differenziarsi dai ragazzini che avevano inflazionato la parola "mod". Verso il 1966, gli unici rimasti a portare avanti la bandiera dello stile mod, oltre a questa elite di "stylists" in incognito, era una nuova generazione di giovani che nell'underground delle periferie delle varie città inglesi si costituirono in gang di quartiere e si definirono "hard mods". Il loro look era molto più spartano dei mods originali e molto più casual e da strada (a parte le serate dove ci si impegnava a mantenere alti gli standard di eleganza e stile). La musica prediletta era quella jamaicana e quella soul, mentre veniva vista con fastidio la musica fatta da gruppi (soprattutto inglesi) che ancora si definivano mods, ma che sia dal punto di vista estetico (vestiti sempre più sgargianti e colorati, capelli sempre più lunghi) che comportamentale (uso di droghe pesanti, atteggiamento sempre più trasandato) si erano allontanati dallo spirito originario del movimento mod e che in seguito diedero vita la fenomeno hippy.
Il fenomeno mod ebbe una fase di rinascita sul finire degli anni Settanta, quando un revival scaturito dall'uscita del film Quadrophenia e da gruppi punk che erano stati influenzati dall'esperienza mod (Jam, Secret Affair, Purple Hearts) diedero il via ad un fenomeno di massa che durò l'arco di due stagioni. Gran parte dei revivalisti erano a digiuno delle vere origini dello stile mod e presto abbandonarono il tutto, per seguire qualche nuova moda. Questo revival ebbe comunque l'effetto di ridare impulso ad una nuova generazione di mods, che erano rimasti (nonostante venissero derisi dalla stampa come fenomeno anacronistico) anche dopo lo sgonfiarsi della moda. Decimati in numero, i mods negli anni Ottanta tentarono di ricreare la vera essenza dello spirito mod delle origini e diedero vita ad un circuito mod sotterraneo, autogestito e lontano dai riflettori, che bene o male è sopravvissuto ai giorni nostri diffondendosi anche al di fuori dell'Inghilterra.
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 25/5/2008, 18:43




...continuando il discordo "MOD'S"... e parlando soprattutto del Parka :wub: direttamente da un mod inglese...

"Se durante una puntata di Final Family (quiz inglese, ndr) venisse chiesto a 100 persone di nominare qualcosa che caratterizza i Mods, quale credete sarebbe la risposta più comune? Scooter? Il Target? Niente di tutto questo; di sicuro si tratterebbe dell’umile Parka. Il Parka, icona della scena Mod sin dagli esordi, ed ora simbolo del suo passato. Ma dovrebbe continuare ancora oggi rappresentare i Mods? Il segreto del successo del Parka è dovuto al fatto che è pratico, poco costoso e facilmente reperibile. Nei non ricchi anni 60, i cappotti dell’esercito fabbricati in eccesso erano indumento ideale per tenere al caldo sia durante i giri in scooter che lungo la strada verso il pub. Il suo ruolo nella storia è stato assicurato dalle foto della rivolta della Bank Holiday, apparse sul giornale negli anni 60, dove appariva una gruppo di “Parka clad” Mods ;. Il Parka è diventato il simbolo dei Mods, e lo è ancora oggi. La sua popolarità è aumentata in seguito alla scelta degli The Who di rappresentare un Mod in Parka sulla copertina del loro album “Quadrophenia” nel 1973. Il successo della versione cinematografica di “Quadrophenia” ha riportato la scena Mod all’attenzione pubblica. I protagonisti del film che abusavano di anfetamine, andavano in scooter, indossavano il Parka, riaccesero la vecchia passione nei giovani del periodo. I Mods erano tornati, i Parka andavano di nuovo a ruba, ora completi di spillette di The Jam o Secret Affair. Come ogni moda giovanile non durò molto, e mentre il Revival si andava spegnendo, anche l’umile Parka sparì dalla circolazione. Oggi, dopo un lungo periodo di pausa, essere Mod è improvvisamente tornato di moda, vi sarà sufficiente fare un giro nella strada principale della vostra città, guardare una pubblicità di Sainsbury o dare un’occhiata alle passerelle per rendervene conto. E i negozi di forniture militari stanno facendo affari d’oro. Il Parka, come avvenne nel 1979, non è più visto come un indumento comodo, ma come un simbolo del Mod, una sorta d iniziazione per entrare nella scena. Oltre 20 anni dopo, l’immagine e il successo di Quadrophenia durano ancora, e Jimmy il Mod rimane il modello per antonomasia per chiunque sia entrato da poco nella scena. Ma è successa una cosa strana: indagando più approfonditamente, vi renderete conto che nella vivace scena attuale, del Parka non c’è più traccia. La scena Mod inglese del 2002 ricorda più quella degli anni ‘60 che il revival del ‘79. Nei locali di tutto il paese, vedrete abiti di sartoria eleganti, smart, molta attenzione per i dettagli e, fondamentale, per l’individualità. Se voi siete disposti a spendere 600 Euro per farvi fare un “mohair suit”, vorreste davvero coprirlo con un avanzo dell’esercito ? Sicuramente no. Ormai il Parka è considerato un cliché da molti, e l’unica cosa che si nota è la sua assenza.(ciononostante è ancora popolare tra gli scooteristi, ma questa è un’altra storia) Nella società odierna, più benestante, non servono scarti delle forze armate. Oggi sono disponibili capi più adatti, per quanto riguarda impermeabili, giacche e cappotti. L’abilità di vestirsi smart e di avere una propria individualità, può fare per la vostra immagine di Mod molto più di quanto una giacca verde potrebbe mai fare. Se snobbiamo i vestiti confezionati, perché dovremmo accontentarci di uno scarto militare? Potreste non essere d’accordo. Potrebbe piacervi il Parka. Potreste pensare che sono un fighetto. Potreste protestare, dicendo che la scena Mod è legata alle proprie radici, e il Parka è parte della tradizione. E non sarò certo io a criticarvi per la vostra scelta, se decidete di indossarne uno. Io resto dell’opinione che l’unico legame che ha il Parka con la scena Mod è la storia, ed è li che dovrebbe rimanere."
 
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uap 02
view post Posted on 2/11/2008, 03:30




...comunque oggi io credo che questo stile Casual d'Oltremanica...stia avend una grande ondata in Italia.
Pero' come hai detto tu'...(Vele'..) ognuno ha il suo stile ;) !
 
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libertad por los ultras
view post Posted on 2/11/2008, 16:06




giusto!!!!!!!!
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 2/11/2008, 17:52




Giustamente, il Casual che ora è diventata la moda d'Italia, diciamo... è dovuta anche grazie ai vari decreti e leggi che questo Paese "offre", doverosa una tale scelta, doveroso mischiarsi con l'ambiente, ma con stile.
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 20/1/2009, 14:39




...ripredendo un pò il discorso Casual, voglio riportare un pò di storia di una delle marchè più in voga del Casual Football Style... la FRED PERRY.




Amico di René Lacoste, negli anni trenta creò la linea di abbigliamento che porta il suo nome e che negli anni cinquanta e sessanta era considerata tra le migliori in fatto di indumenti per il tennis. Come per Lacoste il capo simbolo del marchio rimane la polo che presenta come segno distintivo una corona d'alloro alla sinistra del petto, si distingue da Lacoste per il fatto che il logo è cucito nel tessuto piuttosto che essere incollato come invece avviene per il piccolo coccodrillo francese.

Nel passare degli anni, Fred Perry fece strada soprattutto negli anni sessanta, dove il marchio diventò molto popolare tra i giovani inglesi. Buona parte del movimento giovanile degli anni sessanta era riconosciuto con il nome di Mod, ovvero un movimento giovanile appunto, che seguiva un certo stile di abbigliamento, come abiti firmati Fred Perry, Lonsdale o Ben Sherman, tutti marchi in voga nella Gran Bretagna degli anni 60.

Verso i metà anni sessanta, notiamo il sorgere del movimento Skinhead, derivante da una spaccatura dei Mod. Gli skinhead quindi trarranno diverse caratteristiche d'abbigliamento tipiche del mod come abiti firmati Fred Perry.

Il dominio del tennis inglese era finito da 30 anni, risale al 1909 l’ultimo titolo di un inglese a wimbledon quando Perry conquista il suo primo dei 3 Wimbledon consecutivi. (1934-35-36) da allora gli inglesi stanno ancora aspettando. Nel 1933 Perry conquista la Davis e la difende vittoriosamente anche nel 34-35 e 36. La Gran Bretagna non vinceva la coppa dal 1912 e dopo il 1936 non l’ha piu’ riconquistata. Perry, oltre ai 3 Wimbledon e alle 4 Davis, ha vinto anche 1 Roland Garros e 1 Chap d’Australia, diventando il primo tennista a conquistare almeno una volta i quattro titoli. Molto piu' di una polo.

Fred Perry e’ nato 18 Maggio 1909 a Stockport, Cheshire, Inghilterra.

Il padre era un artigiano con interessi politici che lo hanno portato al parlamento Inglese.

La cariera di tennista del giovane Fred inizia quasi per caso.

Perry era un ottimo giocatore di Tennis Tavolo, le sue doti lo portarono a rappresentare l’Inghilterra in tornei internazionali e vincere il campionato del mondo di tennis tavolo.

Il Lawn tennis pero’ lo interessava sempre piu’ e suo padre lo consiglio’ di prendere una decisione tra i due sport e concentrare in esso ogni sforzo.

Perry ha vinto il campionato Inglese di Tennis Tavolo nel 1928 e il campionato mondiale l’anno seguente, decide di passare al Lawn Tennis, il suo mito era il francese n.1 del mondo Cochet, cerca di imitarne il gioco fatto di anticipo e colpi di controbalzo e la sua esperienza di pongista lo facilita.

Guidato da Summer Pops, allenatore e fornitore di attrezzatura tennistica, viene selezionato per un tour in USA e Sud America nel 1930, batte tutti i tennisti americani e conquista diversi tornei ma non riesce a superare Vines, che lo sconfigge ai Champ USA e in altre occasioni.

Nel 1931 la squadra di Davis inglese e’ in difficolta’, tre elementi si ritirano dal tennis per studiare o per impegni di lavoro, Il giovane Perry ha la sua occasione.

Ha la fortuna di trovare in Bunny Austin un grande compagno di squadra e guidati da Roper Barret ( campione di inizio ‘900) raggiungono la finale di Davis battendo in semi gli USA di Shields (nonno di brooke shields dell’attrice ex mogle di Agassi) e Wood, i due finalisti di Wimbledon troppo sicuri di se’, infatti a Wimbledon Wood aveva sconfitto in semi Perry e Shields ai quarti Austin.

Fortunatamente per gli inglesi Vines non venne selezionato. IN Finale Borotra’ e Cochet fermarono gli inglesi.

Perry riusci’ a battere Borotra’ anche grazie a una astuzia, Borotra’ era un showmen, era solito fermare il gioco per cambiare cappello per divertire il pubblico, Perry fece lo stesso anticipando il francese, un’altra scenetta di Borota’ era alzare un facile lob e sulla schiacciata del suo avversario tuffarsi tra le braccia di una ragazza del pubblico disinteressandosi della palla.

Perry fece lo stesso, anzi, preparo’ la cosa ingaggiando una modella che quando Perry gli si tuffo’ in braccio, gli stampo’ un bel bacio rosso sulla guancia.

Doveva essere una curiosa situazione per un re del palcoscenico come Borota’ vedersi rubare la scena.

Sul 2-2 Cochet batte’ Perry la francia conservo’ la coppa.

Al Roland Garros Perry venne eliminato dal nostro De Stefani, un tennista che giocava il diritto con la destra e al posto del rovescio un altro diritto con la sinistra. Ai campionati americani Vines sconfisse ancora una volta Perry.

Vien chiesto a Perry e Austin che cosa desiderassero per partecipare ai campionati di Los Angeles. I due presero la cosa per gioco, visto che queste decisioni venivano prese dalla federazione tennis inglese e non da loro.

Perry chiese di passare una serata con l’attirice Jean Harlow e Austin una ventunenne con 1 milione di dollari in mano, i due si fecero una risata e partirono per Los Angeles.

La sera una enorme macchia viene a prendere Perry in Hotel per portarlo alla cena del tennis club di Los Angeles, la macchina fa una deviazione e lo porta in una splendida villa dove la diva Jean Harlow lo attende per uscire, i due non raggiunsero mai il tennis club quella sera.

Perry racconta la storia a Austin pensando di non essere creduto, Austin ha avuto la stessa avventura con una splendida ventunenne con un milione di dollari in mano.

Un mondo incredibile, quello dei divi anni’30, la Hollywood dell’era d’oro.

Perry la possibilita’ di uscire con qualsiasi attrice, i conti venivano pagati dalla MGM o dalla Worner Bros. Conveniva a tutti, Perry da tennista squattrinato poteva fare la bella vita, le attrici avevano le prime pagine dei rotocalchi e i produttori avevano pubblicita’ per i loro Films.

Il 1932 dovrebbe essere l’anno dell’esplosione di Perry, perde invece al roland garros da Melzer, da Jack Crawford a Wimbledon, viene sconfitto da Prenn in Davis al quinto set e ancora al quinto da Wood ai campionati USA.

E’ troppo per Perry. Si convince che quello che gli manca e’ la forma fisica, si allena come un pazzo con la squadra di calcio dell’Arsenal, diventa il piu’ allenato tennista del modo.

A quel punto era praticamente imbattibile al quinto set e visto che nessuno al mondo poteva strappagli 3 set consecutivi, gli bastava vincere il Primo per assicurarsi l’incontro.

Dal ‘32 in poi perse solo 4 partite al quinto.

Il 1933 non comincia bene, perde al secondo turno da un doppista a wimbledon, continua gli allenamenti, Perry e’ sempre andato a letto alle 10 col telefono staccato, non ha mai bevuto e fumava la pipa qualche volta piu’ per immagine e emulazione del suo maestro Summer che per piacere.

La teneva quasi sempre spenta. La sua forma era perfetta e i risultati dovevano arrivare..

In Davis sconfigge il Grande australiano Jack Crawford e Mc Grath (il primo tennista della storia col rovescio bimane). Jack Crawford quell’anno sembrava imbattibile, aveva vinto australia, roland garros e Wimbledon e raggiunto la finale dei campionati Usa e portato avanti 2 set a 1 contro Perry, vicinissimo a realizzare il primo grande slam della storia. Qui pero’ il lavoro fisico fatto paga e Perry schianta l’australiano negli ultimi 2 set.

La Davis viene conquistata da Perry e Austin che battono in semi gli Usa e alla fine sfidano la Francia che detiene il trofeo da sei anni.

Perry riesce a battere Cochet e l’inghilterra conquista la coppa.

La sera dopo la finale Cochet va da Perry e gli propone di fare una nottata con la coppa, vanno a prendere il trofeo e dopo qualche insistenza lo portano con loro in ogni locale notturno di Parigi, bevendo Champagne tutta la notte dall’enorme trofeo d’argento.

La festa Anglo-francese dura sino all’alba.

Il 1934 si apre col primo viaggio in australia e il primo successo ai Chiamp. Australiani su Jack Crawford.

Un infortunio all’anca gli impedisce di giocare al meglio al Roland Garros, dove De Stefani lo sballotta da una parte all’altra del campo senza pieta’. Vince senza problemi Wimbledon e I campionati Americani, chiudendo la stagione conquistando la seconda Davis contro gli USA. Un trionfo.

1935 finale in Australia fermato dal solito Jack Crawford seguito dalle vittorie a wimbledon e Parigi sul barone Von Cramm, difende la Davis battendo Budge e Allison e lanciato verso la vittoria dei campionati USA negli spogliatoi incontra il suo prossimo avversario di SF Allison che gli chiede se poteva portare i bagagli a Los Angeles visto che Allison aveva deciso di andare in aereo e c’era un limite di peso. Perry accetta e si prepara a scendere in campo.

Durante la partita Perry scivola sull’erba bagnata e si conficca la racchetta nel tronco rompendosi una costola, soffre ma non molla, la partita e’ persa, si reca arrabbiato verso lo spogliatoio e sente allison vantarsi con i giornalisti di aver trovato una tattica per battere Perry.

Era troppo! Perry gli grida di andare al diavolo lui e i suoi bagagli.

Perry non era un buon perdente, era arrogante e con una autostima infinita.

Gli inglesi, questo suo comportamento non glielo hanno mai perdonato, non era amato.

Perry ha detto “Non mi interessava essere giudicato uno sportivo, non ho mai regalato un punto per sentirmi definire un grande sportivo, a me basta essere definito “campione”. Non mi sono mai complimentato per un punto di un mio avversario e se lo ho fatto ho lasciato il dubbio che fosse una affermazione ironica. Non amo perdere, anzi lo odio. Arrogante? Un campione deve essere arrogante e con grande autostima”.

La rottura della costola segna anche l’inizio del 1936, non puo’ partecipare ai campionati d’australia, riprende gli allenamenti con l’Arsenal, raggiunge la finale al roland garros fermato da Von Cramm contro il quale riprende la rivincita a Wimbledon battendolo 61 61 60.

Difende vittoriosamente la Davis sull’Australia portando a 4 i trionfi consecutivi.

Parte per gli usa e decide che dopo i campionati usa sarebbe passato al professionismo.

Aveva chiesto al suo avvocato di preparare il migliore contratto possibile.

L’avvocato aveva 2 contratti firmati: uno piu’ vantaggioso con la clausola che Perry’ vincesse la finale l’altro piu’ magro in caso di sconfitta.

In finale incontra Budge, Don e’ avanti e al quinto si porta 5-3 e servizio.

L’avvocato sedeva a bordo campo sventolando i contratto piu’ vantaggioso quando Perry era avanti nel punteggio e quello piu’ povero quando era vicino alla sconfitta, una scenetta buffa.

Perry recupera, portandosi 9-8 40-15, serve un ace quando probabilmente Budge non era pronto a rispondere, corre a stringere la mano prima che Don abbia il tempo di protestare.

Perry vince per la terza volta consecutiva i champ.USA e puo’ tenersi la coppa, oggi esposta nel museo di Wimbledon con tutti i trofei dell’inglese.

L’ultimo torneo da dilettante di Perry sara’ Los Angele dove perde la finale da Budge, ma la testa era gia’ al circuito Pro e alle stars di Hollywood, ma questa e’ un’altra storia....
Vines era stato il dominatore del tennis nell'era pre Perry, Vines era alto e potente, con un gioco basato su un servizio devastante e colpi esplosivi. Era lui il favorito, perry dimstro' ch econ l'anticipo e le angolazioni si poteva contrastare la potenza. Il tour si snodava per tutti gli usa, di solito 2 singolari e un doppio. All'inizio dopo lo spettacolo andavano in hotel per ripartire la mattina dopo, ma i tennisti videro ch el'eccitazione per l apartita era talmente alta che era impossibile dormire, cosi' cambiarono il modo di fare: Alla sera gli incontri, poi viaggiavano tutta la notte in treno verso la citta' successiva, facevano colazione con i giornalisti per promuovere lo spettacolo, a letto sino alle 4 del pomeriggio e poi gli incontri. Giocarono ovunque, i stadi da baseball, sul ghiaccio, in piccole citta' USA ma anche in europa e sud america. Perry in societa' con Vines fonda il Beverly hills Tennis Club. L'ingresso era ristretto a chi faceva parte del mondo del cinema: Attori, registi e produttori. La Holliwood che conta: da Chaplin ai fratelli Marx alle piu' grandi stelle del cinema anni 30-40, capaci di pagare cifre altissime per poter divertirsi senza essere scocciati. Altra idea brillante la costruzione di una piscina con tessera gratuita "Swimming Members" per le ragazze piu' belle di Los Angeles. Alle Stars piaceva giocare e poter ammirare tali bellezze in costume. Fu un Boom di iscrizioni. nel 1939 si unisce al circuito Pro il grande Budge e le cose sembrano andare sempre meglio. La guerra bloccatutto e un divorzio mette in difficolta Perry. Perry insegna tennis a un elegantissimo resorte in messico, Vines si divide tra il tennis e la sua nuova passione, il golf, nel quale diventa un fortissimo professionista. Perry continua nei suoi tour professionali, vince gli US champ Professionisti nel 1938 e 1941. Dopo la guerra fa altri due tour con Tilden e Richards nel 1945 e 1946. Nel 1947 si esibisce in Inghilterra per promuovere il tennis nel suo paese natale e far rialzare questo sport annientato dalla guerra. nel 1948 in esibizione batte Petra', vincitore di Wimbledon 1946 e seleziona le giovani promesse del tennis inglese. Si ritira in Florida dove insegna tennis nel paradiso tropicale per ricchi di Boca Raton per 13 anni,dirige il centro tennis e gioca a golf. Fred Perry ammette che oggi viene ricordato piu' per la sua maglietta che non per i suoi successi. E' un abile uomo d'affari. Ogni anno e' a wimbledon come commentatore radiofonico e televisivo e ha un'idea geniale: prima di ogni incontro regala alcune sue maglie ai tennisti oltre a vestirla lui stesso nei quotidiani reportage da Wimbledon. Ai Tennisti non pareva vero di trovare magliette nuove, pulite e stirate negli spogliatoi. Tutti i campioni di Wimbledon anni 50-60 vestivano Fred Perry. Nel 1968, con l'apertuta ai Pro e l'inizio delle sponsorizzazioni a pagamento Perry non volle pagare per far vestire le sue maglie e vendette tutto ad una multinazionale americana, rimanendo come uomo immagine. Tra gli storici clienti di Perry, J.F.Kennedy, l'imperatore del Giappone e tanti altri. Per i suoi clienti importanti, faceva ricamare le iniziali all'interno del logo. Un suo vezzo era quello di essere l'unico ad avere 3 iniziali. Unica eccezione la fece per JFK e anni dopo per BJ King.
 
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britishstyle
view post Posted on 20/1/2009, 17:43




I adore this man..... image
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 20/1/2009, 17:49




:D ...spero non in quel che penso :P
 
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britishstyle
view post Posted on 20/1/2009, 18:14




-_- ...aspett,intendevo per lo stile... :D
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 20/1/2009, 18:22




:D ;) infatti scherzavo.
 
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uap 02
view post Posted on 21/1/2009, 03:18




io invece odio lo stile Casual..!!
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 21/1/2009, 12:57




:rolleyes:
 
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Veleno BOYS '01
view post Posted on 22/1/2009, 14:39




Con grande gioia di UAP ( :D ), continuiamo con la nostra rubrica sulle mache del Casual... ora parleremo della BEN SHERMAN


Ben Sherman fu uno stilista britannico molto noto, e considerato da molti un punto di riferimento per la moda. Iniziò a confezionare camice in una bottega di Brighton e caratterizzò gli anni sessanta diventando il re di Carnaby Street


Storia

Alfred Benjamin Sugarman nacque il 3 ottobre del 1925 a Brighton, sulla costa britannica. Rifiutò di seguire le orme della famiglia e di lavorare al Rocco's Gift Shop e a vent'anni Alfred si imbarcò per il Canada, punto di passaggio per la sua destinazione finale: l'America.

Negli U.S.A., fece vari lavori, tra i quali il venditore di gioielli, il cameriere e il raccoglitore di tabacco. Nel 1953, dopo due matrimoni falliti, raggiunge Los Angeles, dove incontrò e sposò la terza moglie, Ruth. Il padre di Ruth, Aaron Minken, era a capo di un azienda di produzione di abiti ben avviata. Decise di insegnare ad Alfred ogni aspetto della sua attività: la produzione, la commercializzazione e la vendita. Una delle aziende di Minken era una fabbrica di camice, la Lancia, con la quale Alfred aveva lavorato a lungo. Lo stile della Lancia gli sembrava troppo conservatore per i suoi gusti e cercò in tutti i modi di portare avanti i suoi disegni e le sue idee. Il compito fallì, e Alfred cadde nella noia e nella frustrazione. Era un uomo indipendente, un uomo d'azione, un uomo che voleva migliorare.

Nel 1962 la famiglia Sugarman si trasferì a Brighton. Nello steso periodo Alfred cambiò il nome in Ben Sherman. Lo scopo era esclusivamente commerciale: non voleva che la potenziale clientela conoscesse le sue origini ebree. Il matrimonio con Ruth finì presto e mentre lei e i figli tornavano negli Stati Uniti, Ben acquistò una piccola industria a Bedford Square, a Brighton.

Ben Sherman seppe cogliere questa opportunità ed iniziò la produzione della sua linea di camice e di indumenti da mare. Era l'anno 1963: nacque il marchio Ben Sherman.

La camicia Ben Sherman era unica. La si riconosceva ovunque per le sue caratteristiche speciali: il colletto era grande, con il caratteristico riporto e con un bottone in più rispetto alle camice comuni. Le camice presentavano delle aperture ed una targhetta con il nome Ben a sinistra della tasca. Vendute in speciali confezioni nero e arancio, le camice ottennero enorme successo in tutta il Regno Unito, in Europa e negli Stati Uniti. Gli affari erano ottimi e le camice divennero un culto per i Mod.

Ben aprì uno show room a Carnaby Street, cuore della Swinging London degli anni sessanta e, nel 1967, il suo primo negozio a Brighton, nella Duke street. Seguirono due negozi a Londra e le prime collezioni per donna e bambino.

La richiesta fu impressionante e nel 1969 la fabbrica di Brighton aumentò la produzione, espandendosi poi nell'Irlanda del Nord per far fronte ad una richiesta in continua espansione. Nel dicembre 1972 i dipendenti rimasero stupiti nell'apprendere che Ben aveva venduto la sua azienda alla "Northern Ireland Finance Corporation".

L'anno seguente Ben Sherman partì, insieme alla quarta moglie, alla volta dell'Australia per il lancio dei suoi prodotti. Nel 1987, sei settimane dopo un'operazione di bypass, Ben morì all'età di 62 anni.


Caratteristiche

Ben Sherman ha sviluppato, sin dalle origini, la marca di una camicia in una gamma completa. Il più importante fenomeno giovanile inglese dai tempi dei teen ager, il Mod, adottò lo stile Ben Sherman. Come ogni fenomeno che si rispetti, anche quello dei Mod divenne famoso in tutto il mondo. I media gli diedero notorietà, la polizia li mise fuorilegge e i genitori erano sconvolti. I giovani se ne appropriarono e nacque il culto. Molti stili hanno tratto ispirazione dai Mod: per ogni revival, rielaborazione, e reinvenzione dei Mod, lo spunto fondamentale è sempre stato lo stile Ben Sherman.

Ben Sherman voleva la qualità e la cura nella lavorazione dei suoi capi. Le sue camice presentavano caratteristiche uniche, un colletto basso botton down che ancora oggi contraddistingue lo stile Ben Sherman. L'impegno costante ed i grandi investimenti sia nel design che nel marketing, fanno di Ben Sherman una linea dia abbigliamento sempre più forte e presente nel mercato internazionale.







 
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18 replies since 14/7/2007, 14:27   4851 views
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