L’antico villaggio osco che diventerà Caivano...

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Veleno
view post Posted on 2/2/2008, 15:37




L’antico villaggio osco che diventerà Caivano...

Il nome Caivano deriva da praedium cal(a)vianum, ossia proprietà della gens Cal(a)via, ed è presumibile che tale casata abbia ottenuto, per meriti o motivi a noi ignoti, tale possesso dai romani dopo la vittoria su Annibale. La gens Calavia, il cui nome aveva la seconda vocale stretta ed era interpretato dai romani come Calvia, era una nobile casata osca. Un suo membro, Pacuvio Calavio, era la massima autorità di Capua allorquando tale città si alleò ad Annibale nella sfida contro Roma nella vana ambizione di divenire la prima città d’Italia. Non certo a Pacuvio Calavio fu concesso dai romani un possedimento nei nostri luoghi, ma a qualche altro ramo della casata osca mantenutosi fedele ai romani nella mortale lotta contro i cartaginesi. Del resto, secondo Livio, lo stesso figlio di Pacuvio volle mantenersi fedele ai romani ed anzi avrebbe voluto uccidere Annibale ospite presso il padre. E’ da ricordare che Nola, Acerra, Nocera e tante altre cittadine osche rimasero fedeli ai romani e subirono dure rappresaglie da parte di Annibale. Dopo la sconfitta dell’esercito cartaginese e dei suoi alleati, agli abitanti di Nocera furono assegnate abitazioni e terre degli Atellani.
Se dunque il termine Caivano non è anteriore alla vittoria dei romani su Annibale, eventuali insediamenti preesistenti sul territorio dovevano avere altri nomi - a noi ignoti - in lingua osca.
Nella zona più antica di Caivano, quella racchiusa dai resti delle mura medioevali, la cosiddetta Terra Murata, doveva esistere un insediamento abitativo osco. Vincenzo Mugione, in un articolo riportato integralmente da Stelio Maria Martini, così si esprimeva:
‘Su quella zona rettangolare di Caivano di quasi 12000 mq., sopraelevata circa tre metri sulle strade che la chiudono da mezzogiorno e settentrione, le vie Matteotti e Don Minzoni, e che si estende da oriente a occidente in faccia al castello feudale, ho potuto, dopo accurate indagini, stabilire l’area dove si raccolse la nostra prima gente di nomadi coloni osci. Nel sottosuolo della detta estensione e specie nei cortili Palmieri-Cantone, Luigi Acerra, Caserta-Pierantoni, a nostra memoria furono in diversi tempi invenuti gruppi di dolii di creta rossa di fattura grossolana; l’ultimo nel febbraio del 1930 nel cortile del signor Nicola Fusco in via Vincenzo Capogrosso. Per avere un autorevole parere al riguardo, nel giugno dello stesso anno condussi sul luogo l’illustre prof. Matteo Della Corte, direttore degli scavi di Pompei, che mi onorò di una sua visita. Gli ragguagliai come in tutta quella zona se n’erano trovati altri simili, e lui non poté disconoscere essere stata la località un centro di antichi abitatori, e la denominò cella vinaria. Ho studiato con cura quel dolio, che poi per incuria andò in frantumi e l’ho trovato di creta rossa, di fattura grossolana e forma simile a quello posseduto dalla famiglia Compagnone di S. Arpino rinvenuto nel 1898, al quale il prof. Petrone assegnò l’ultima epoca sannitica. La sopraelevazione del suolo suddetto con blocco di ferrumma, identica a quella che si trova anche oggi tra le rovine di Atella, incastrata nelle mura di palazzo Palmieri-Cantone, ci permette di risalire ad un’epoca anteriore avvalorando l’ipotesi del dotto archeologo Scherillo che faceva Caivano contemporanea di Atella e che perdette il nome primitivo sostituito da quello di Caivano quando andò in disuso il nome osco.’
I quattro cortili così identificati (due su via Capogrosso e due su via Don Minzoni) sono adiacenti l’uno con l’altro e ben definiscono un piccolo ed antichissimo nucleo abitativo. Per quanto riguarda l’ubicazione è da notare che se si unisce con una linea retta il ponte di Casolla Valenzano sui Regi Lagni con il centro della sede dell’antica Atella, tale linea passa precisamente per il nostro antico abitato. Se è vero che lungo questa linea già nel VII secolo avanti Cristo, e quindi oltre due secoli prima della fondazione di Atella come città murata, correva un importante itinerario commerciale che dal Sannio Centrale -attuale beneventano - conduceva, passando per Suessula - presso l’odierna Cancello - e per il sito dell’attuale ponte di Casolla, alla importantissima città greca di Cuma, è facile e suggestivo immaginare che lungo questa via più facilmente sorgessero nuclei abitati, sottoposti al dominio degli etruschi. Con la distruzione ed il successivo parziale risorgere di Suessula, con l’affermarsi di Capua come principale centro osco e con la nascita di Neapolis, eventi che si svolgono nel V-IV secolo avanti Cristo, la via che congiungeva questi ultimi due centri si incrociava esattamente sulla sede dell’antica Atella: ciò dà una spiegazione razionale del successivo sviluppo di Adérl (Atella), del suo dotarsi di mura e strutture cittadine e del suo prevalere sui piccoli nuclei abitati viciniori, ivi compreso il centro che poi assumerà il nome di Caivano.

Attualmente...

Caivano (C.A.P. 80023) appartiene alla provincia di Napoli e dista 18 chilometri da Napoli, capoluogo della omonima provincia.

Caivano conta 50.360 abitanti (Caivanesi) e ha una superficie di 27,1 chilometri quadrati per una densità abitativa di 1.364,06 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 27 metri sopra il livello del mare.

Il municipio è sito in Piazza C. Battisti, tel. 081 8323111, fax. 081 8323111.

Cenni anagrafici: Il comune di Caivano ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 35.855 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 36.966 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al 3,10%.

Gli abitanti sono distribuiti in 10.610 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 3,48 componenti.

Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 19 e i 30 metri sul livello del mare.

L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 11 metri.

Cenni occupazionali: Risultano insistere sul territorio del comune 401 attività industriali con 4.882 addetti pari al 64,59% della forza lavoro occupata, 556 attività di servizio con 860 addetti pari al 11,38% della forza lavoro occupata, altre 269 attività di servizio con 764 addetti pari al 10,11% della forza lavoro occupata e 73 attività amministrative con 1.052 addetti pari al 13,92% della forza lavoro occupata.

Risultano occupati complessivamente 7.558 individui, pari al 20,45% del numero complessivo di abitanti del comune.

Nella prima colonna viene visualizzato il numero di individui aventi il cognome in oggetto, con arrotondamento al secondo decimale: ad esempio un ipotetico valore di 5,76 indicherebbe quindi che nel dato comune vi sono con maggiore probabilità sei individui, piuttosto che cinque, aventi il dato cognome.

894,36 Angelino
887,40 Falco
619,44 Esposito
441,96 Marino
417,60 Russo
414,12 Vitale
372,36 Celiento
313,20 Mennillo
313,20 Palmiero
313,20 Ponticelli
 
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